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Valerio Di Stefano - Interferenze - Memorie di un radioappassionato disorganico
Prefazione di Andrea Lawendel - Postfazioni di Ezio Toffano e Franco Probi

KEYER PER TELEGRAFIA

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Keyer per telegrafia

 

TUTTE LE REALIZZAZIONI

circuito elettrico keyer

Da più parti giungono sollecitazioni per un progetto e dai componenti reperibili. Francamente mi ha molto meravigliato l’interesse attorno a questo argomento legato, in modo raffinato ed evoluto, al mondo della telegrafia, una modalità di trasmettere ormai solo dei radioamatori ( e non di tutti ). Proprio quando il CW è stato eliminato dal programma delle prove per l’ottenimento della patente di radioamatore in Italia, quasi per spirito di contraddizione, ecco fiorire l’interesse per la telegrafia. Molto strano ed incomprensibile l’animo umano.

L’immagine classica di un radiotelegrafista è rappresentata da un operatore che manipola un tasto telegrafico. Per quanto si possa essere abili e “ geneticamente predisposti “ verso l’apprendimento della telegrafia, l’uso di un tasto verticale non permetterà mai di ottenere degli standard di manipolazione superiori a certi limiti. Soprattutto non garantirà la generazione di punti e linee di rigorosa durata. A titolo di cronaca ricordo che il canone telegrafico prevede la durate di una linea uguale a tre punti, lo spazio di un punto tra un carattere e l’altro e che tra una lettera ed un’altra, vi è l’equivalente di una linea. Meglio di tante parole sarà chiaro questo concetto analizzando la tabella 1 nella quale appare la codificazione di CQ. Questo canone deve giocoforza essere rigoroso, pena l’incomprensione della manipolazione. Tale rigore solo un dispositivo elettronico può garantirlo: il keyer. Si tratta semplicemente di un apparecchio che, opportunamente comandato, genera uno o una sequenza di caratteri di uguale durata. L’organo meccanico che innesca la generazione dei caratteri si chiama paddle o chiave e consiste, in pratica, di due pulsanti: uno per le linee e l’altro per i punti. Occorre una certa destrezza nell’uso del paddle e il passaggio a questo dal tasto tradizionale non è facile per tutti.

L’emissione dei caratteri può essere regolata, in velocità, a piacimento e questo rappresenta un indubbio vantaggio nello svolgimento dei QSO che risultano più brevi. Un opportuno circuito elettronico, compreso nel keyer, comanda il PTT del trasmettitore permettendo di commutarlo in trasmissione. Nel circuito che presento ho previsto anche una sezione preposta alla generazione di una nota, regolabile nel tono e nel volume, che è utile a seguire la manipolazione telegrafica prescindendo da quella del trasmettitore. Nel gergo telegrafico questo circuito si chiama SIDETONE. Svincolato dal trasmettitore, il keyer che presento potrebbe essere usato anche in fase di apprendimento della telegrafia come un oscillofono. Se si vuole escludere la nota basterà chiudere completamente la manopola del volume. Inoltre ho previsto anche l’uso di un tasto verticale che sfrutta, per comandare il PTT, la circuiteria del keyer.

Il circuito elettrico si commenta facilmente: il CD4001 genera la base dei tempi e consente di cambiare stato in uscita dai pin 10 e 11 che, a riposo, sono normalmente in stato 0.

Il CD 4013 è impiegato come divisore di segnale: all’uscita Q ( pin 1 ) sarà presente un segnale doppio di quello dell’oscillatore ( punto ) mentre all’uscita Q( pin 13 ) sarà presente un segnale triplo ( linea ). Il quadro della tabella 2 spiega tutto meglio di cento parole.

Tutto questo si ottiene semplicemente mettendo a massa, tramite il paddle, i pin 8 e 13 di IC1.

Alcune indicazioni per il controllo funzionale : con il tester in portata voltmetrica verificare che sul pin 4 di IC1 sia presente una tensione variabile ruotando il cursore di P1. Ponendo a massa il pin 8 di IC1 verificare che sul pin 10, normalmente a tensione 0, via sia una tensione positiva, anch’essa oscillante ma con un tempo di valore ½ di quello annotato sul piedino 4. La stessa verifica è da effettuarsi sul piedino 11 di IC1 ponendo a massa il pin 13 ( linee ): stavolta il tempo dovrebbe essere ¼ di quello misurato sul pin 4.

Nel montaggio non vi sono particolari accorgimenti se non quello di prestare molta attenzione alla polarità dei diodi e di effettuare i dovuti ponticelli contrassegnati sul circuito lato componenti da linee tratteggiate. Usando un semplice CAD per circuiti stampati, certamente, si poteva ottenere un cablaggio migliore.

Il circuito va inserito, indifferentemente, in un contenitore metallico o plastico.

Se volete ottenere maggiori velocità operative, occorrerà diminuire la resistenza del potenziometro P1 ma vi assicuro che con il valore indicato si raggiungono velocità “ umane “.


Lista dei componenti

C1= 47 nF  C2= 10 nF C3= 10 nF  C4= 10 μF  C5= 10 nF  C6= 47 μF  C7= 100 nF  IC1= 4001  IC2= 4013  IC3= NE555  Q1= 2N2222 Q2= 2N2222  R1= 100k  R2= 10k  R3= 10k   R4= 10k  R5= 10k  R6= 10k  R7= 2,2k   P1= 1M  Potenziometro P2= 470k  P3= 1k Potenziometro   D1=1N4148 D2=1N4148 D3=1N4148 D4=1N4148 Altoparlante 8 Ω


circuito stamapto keyer
layout keyer
Layout componenti
immagine keyer
Foto

                                                     
                                                     
                                                     
  C   Q  
TABELLA 1

TABELLA 2

SCHEMA LOGICO KEYER

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