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Valerio Di Stefano - Interferenze - Memorie di un radioappassionato disorganico
Prefazione di Andrea Lawendel - Postfazioni di Ezio Toffano e Franco Probi

ACCORDATORE D'ANTENNA

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Accordatore d'antenna

TUTTE LE REALIZZAZIONI

ACCORDATORE
Circuito elettrico
Se avete tra le mani un paio di radioline a transistor guaste per le onde medie, vi propongo di costruire un economico ma valido accordatore d’antenna utile a ricevere in modo ottimale le emittenti operanti in onde lunghe e onde medie. Tanto per fare un esempio: in fase di collaudo, in onde lunghe, ho sintonizzato, alle 1100 di mattina, la stazione di Radio France sui 162 kHz. La stazione, pur trasmettendo con una potenza di 2000 kW, arrivava a Messina con un segnale appena udibile, con l’indice dell’S-meter fermo ad inizio di scala.
L’inserimento e la manovra dell’accordatore ha repentinamente portato il segnale a 3. Ottimi risultati li ho osservati anche nella gamma delle onde medie e delle onde corte. Ho esaminato e misurato diversi condensatori variabili, di quelli a doppia sezione, usati, solitamente, nei ricevitori a supereterodina a singola conversione. Una delle due sezioni è destinata all’oscillatore locale mentre l’altra serve ad accordare il front end. Unite assieme queste due sezioni mostrano un valore di capacità che va da 20 a 300 pF circa, l’ideale per realizzare un accordatore di antenna con il classico circuito a Π greco illustrato in figura.
Il segnale proveniente dall’antenna giunge alla bobina L che si costruisce, dal punto di vista meccanico, utilizzando una ferrite di circa 10 cm di lunghezza. Le spire sono circa 140, costituite da filo rame smaltato da 0,5 mm di diametro, e praticando 11 prese intermedie ogni 10-15 spire. Non è necessario che il nucleo di ferrite sia mobile perché viene impiegato un commutatore a diverse posizioni. Naturalmente il numero delle prese intermedie è strettamente correlato alle posizioni di un commutatore ad una via. Con questi dati la bobina L permette di accordare frequenza dalle onde lunghe fino alle onde corte grazie all’impiego della ferrite. Alla fine del lavoro si cementa l’avvolgimento con Attack. Nella prima posizione ( corrispondente a 0 ) del commutatore l’accordatore risulta praticamente bypassato: l’antenna è direttamente collegata al ricevitore o al ricevitore.
E’ indispensabile che il contenitore dell’accordatore sia completamente plastico in modo da isolare i due condensatori dalla massa. Le sezioni di CV1 e CV2 dovranno essere saldate assieme come appare nel disegno in figura. Quando si dissaldano i due condensatori dai circuiti stampati delle radioline occorre conservare con cura le due viti di fissaggio e quella della manopola perché hanno una filettatura dal passo particolare; inoltre abbiate cura di recuperare la manopola anch’essa dedicata a questi componenti. L’accordo si ottiene così: sintonizzata una stazione, si ruota la manopola di S fino ad osservare un incremento del segnale evidenziato dall’S-meter del ricevitore. Ruotare a questo punto, alternativamente, i due condensatori per ottenere un ulteriore miglioramento del segnale ed, eventualmente, scegliere un’altra posizione di S. In sostanza, con un accordatore, si ottiene una variazione della capacità e dell’induttanza in serie a quelle fisicamente intrinseche nell’antenna, realizzando così un trasferimento ideale del segnale radio.  La realizzazione, in veste radioamatoriale, non subisce variazioni dal punto di vista elettrico. Occorrerà assicurarsi che i condensatori variabili abbiano una sufficiente spaziatura tra le lamelle per sopportare i forti segnali a radiofrequenza.


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